Intervento con arresto cardiaco indotto
10.03.2012 12:40
Agostino e Fernanda. Lui 53 anni, della provincia di Brindisi. Lei, 38 anni, della provincia di Foggia. Sono, con ogni probabilità, i primi due pazienti in Italia ad essere stati operati per un aneurisma cerebrale con arresto dell’attività cardiaca indotto attraverso la tecnica del “pacing ventricolare rapido”. L’originalità della tecnica consiste soprattutto nella cooperazione, al tavolo operatorio, di specialisti in discipline diverse: Neurochirurgo, Cardiologo, Neurofisiologo, Anestesista.
Si tratta di produrre artificialmente uno stato patologico controllato del cuore, attraverso un’elettrostimolazione che accelera a tal punto i battiti cardiaci, portandoli a oltre 200 al minuto rispetto a 70- 80 normali, tali da impedire di fatto al muscolo cardiaco di pompare sangue in modo efficiente; pertanto la pressione arteriosa si abbassa a livelli minimi (20-30 mmHG), ovviamente sempre sotto stretto controllo medico. La stimolazione cardiaca viene realizzata, anche in più colpi, per un periodo di 40-50 secondi. Questa tecnica serve a evitare: 1) il rischio di pericoloso sanguinamento durante l’intervento chirurgico per aneurismi cerebrali complessi che non possono essere trattati per via endovascolare o con tecniche chirurgiche convenzionali; 2) una manipolazione dell’aneurisma durante alcune fasi critiche dell’intervento permettendo così al chirurgo una più agevole chiusura ad esempio della malformazione.
Finora l’unica casistica, pubblicata a settembre scorso, riguarda 19 pazienti operati ad Anversa, in Belgio. In Italia Agostino e Fernanda sono i primi due, operati in Casa Sollievo della Sofferenza dal Prof. Vincenzo D’Angelo, Primario di Neurochirurgia, dalla sua equipe composta dai Medici Domenico Catapano, Leonardo Gorgoglione e Vincenzo Carotenuto, con l’ausilio dell’Anestesista Liberato D’Amico, del Cardiologo Domenico Rosario Potenza e del Neurofisiologo Michele Zarrelli.
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